X Legislatura – Tornata del 27 maggio 1868
dell'avere professato dentro o fuori dello Stato, questi monaci, essendo ricorsi ai tribunali ordinari nelle loro controversie collo Stato, ne abbiano
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miseria di costoro, i quali, non per la loro volontà, ma per circostanze che la Camera ha inteso discutere nelle tornate passate, si trovano non
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trionferà in Italia, dove quella scuola è nata, in Francia e nelle altre civili nazioni europee, sarà una delle maggiori glorie e fortune dell'epoca nostra.
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contro lo spirito della civiltà distruggendo le istituzioni benefiche, che esistono nel Mezzogiorno sotto nome di Confraternite, nelle quali se vi ha
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abolizione. Mi giova poi far notare che nelle provincie meridionali, delle cui istituzioni io posso avere la debita conoscenza meglio che delle altre che
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nelle sue conclusioni egli ha risposto che studierà la questione e che vedrà se sia il caso di presentare a tale effetto un progetto di legge, io sono
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materia, e sceverare nelle confraternite quelle parti che abbiano scopo di mutua associazione e di beneficenza da quelle che siano rivolte a fini
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Come lo stesso onorevole Cadolini avvertiva nelle
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fatti i voti solenni. Ora, io vi citai nella discussione generale quest'esempio: un lazzarista, un liguorino, nelle provincie meridionali ha la pensione
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Ebbene, allora voi avete stabilito delle categorie, mentre nelle leggi antecedenti, vale a dire nella legge del 1855 del Piemonte, in quelle del 1859
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dalle leggi civili, o per averla fatta nelle provincie romane ancora soggette al dominio pontificio ebbero negata la pensione che l'articolo 3 della legge
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devono darvi le prove sono tutti nemici vostri e dello Stato, sono tutti individui che non riconoscono alcun potere nè nello Stato nè nelle Assemblee
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Quali sono coteste considerazioni che si fanno balenare nelle relazioni?
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aver fatto la loro professione nell'età prescritta dai canoni, ma prima di quella voluta dalle leggi civili, o per averla fatta nelle provincie romane
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le seguenti: «per averle fatte nelle provincia romane ancora soggette alla dominazione pontificia.» Epperciò, essendovi stata parità, non si potè
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dall'amministrazione del culto, per potere riconoscere partitamente quali sieno i religiosi sacerdoti e quali i laici. E dovrebbe sapersi, per esempio, nelle case dei
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fatte dal Governo nelle due Camere circa i benigni temperamenti con che la legge di soppressione sarebbe stata recata ad atto.
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, avrebbe dovuto andare a servire nelle milizie, perchè colle leggi colà vigenti si addiveniva soldato a 18 anni; ebbene, lo Stato in tutte le occasioni in
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possesso di stato li collocava di fatto nelle medesime condizioni in cui erano i frati che aveano professato a 21 anni.
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credo che nelle deliberazioni che l'autorità legislativa va prendendo, essa deve sempre, al di sopra di qualunque altro sentimento, aver presente il
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quest'assegnamento a tutti coloro che si trovano nelle condizioni designate dalla legge, abbiano o non abbiano inoltrata domanda; sia o non sia stata
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cautelare gl'interessi dello Stato ed a far sì che questi assegni siano dati a coloro che effettivamente si trovano nelle condizioni volute dalla
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Quest'emendamento consiste nel togliere dall'articolo 3 le parole: o per averla fatta nelle provincie romane ancora soggette al dominio pontificio.
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4° L'atto di assenso governativo alla professione religiosa, per quelle provincie nelle quali siffatta autorizzazione era prescritta dalle vigenti
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riconosciuto equo, se non del tutto giusto. Quindi proponiamo la soppressione di queste parole: «o per averla fatta nelle provincie romane ancora soggette al
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a chiunque avesse fatta professione nelle provincie romane ancora soggette al dominio pontificio. Essendo specificati e previsti i soli due casi nei
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«Per averla fatta nelle provincie romane ancora soggette al dominio pontificio.»
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Cortese. L'onorevole Cancellieri crede che si possa sopprimere quella frase dell'articolo 3: fatta nelle provincie romane ancora soggette al dominio
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La ragione di questa proposta sta nelle cose dette dall'onorevole Mancini, quindi mi pare che non si dovrebbe avere difficoltà d'accettarle.
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4° Affrancamento delle decime feudali nelle Provincie napoletane;
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Accademia della crusca
